Dim sum, noodle & more: i ristoranti cinesi da provare a Milano

La cucina asiatica, e in particolare quella cinese, è sempre più in auge nel capoluogo lombardo. Sapori intensi, ravioli saporiti, salse golose e possibilità di assaggiare tante pietanze diverse in un solo pasto sono solo alcuni dei motivi che ci spingono ad affacciarci in questi ristoranti che ci regalano suggestioni orientali. Milano è ricca di proposte per chi vuole viaggiare in Paesi lontani, senza spostarsi dalla metropoli. Ecco il nostro viaggio tra i ristoranti di cucina cinese da non perdere.

BA

Ambiente curato e informale allo stesso tempo, spezie ben dosate e luci soffuse per una serata romantica. Marco Liu, classe ’92, è il più giovane della famiglia Liu e l’unico ad essere nato in Italia (i fratelli Claudio e Giulia, invece, sono nati nello Zejiang). E’ riuscito nel compito di prendere gli insegnamenti gastronomici di papà Xuezhen e mamma Aiju per portarli nella contemporaneità. Restyling recente e cucina nella mani di Bryan Hooi, malese di origini cinesi che, dopo aver vissuto a Singapore, ha lavorato nelle cucine di prestigiosi hotel a cinque stelle a Dubai, Doha, Maldive. Ba Asian Mood è oggi un locale piacevole e che fa divertire il palato, con piatti imperdibili come le Capesante XO, scottate e servite con salsa XO, asparagi, pancetta e delicata salsa ai foie gras e la Pancia di agnello alle spezie, cotta al bbq, daikon marinato all’aceto di riso okra in pastella. Ottimi anche il Black Cod al forno marinato con hoisin e champagne e la Bejing Duck (su prenotazione).

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BON WEI

Negli anni la capacità di Le Zhang, figlio dello chef Zhang Guoqing, di accogliere gli ospiti non ha perso l’umanità e la cortesia che l’hanno sempre contraddistinta, guadagnando però in competenza ed esperienza. Mangiare da Bon Wei è un’esperienza unica, un viaggio nell’immensa cultura culinaria cinese grazie all’idea di proporre le otto diverse tradizioni gastronomiche di quell’immenso Paese. Un progetto serio, attuale e in continua evoluzione grazie agli studi dello chef Zhang Guoqing che non smette mai di guardare con occhio critico e approfondito la cultura culinaria del suo paese. Lo hanno dimostrato i piatti dedicati al Capodanno cinese, come il Riso e foie gras, il Riso Venere piccante con La Chang e granella di nocciole, la Cernia gialla croccante, aglio nero, mandorle e peperoncino, la Costina di manzo Guo Qiao in salsa al pepe nero. Carta dei vini con un’ottima selezione di etichette italiane e internazionali. Non manca una proposta di whisky e di tè pregiati.

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DIM SUM

Shao Mai aperti, Jiaozi, lunette ripiene dei migliori ingredienti di stagione, Shao Long Bao, rotondi e chiusi a saccottino, Baozi in pasta di pane…sono solo alcuni assaggi della tradizione dei dim sum, caleidoscopica festa dei sensi, che questo ristorante ha sia nel nome che nel Dna. Questi piccoli capolavori sono originari delle campagne di Canton e vengono consumati dai contadini come colazione rinvigorente o dopo gli esercizi di tai chi all’alba. Oggi sono i protagosisti imperdibili di questa tavola milanese, che agiunge altri piatti ben eseguiti come la Zuppa agropiccante con frutti di mare, il Riso saltato con gamberi e salsa Xo, l’Anatra con bambù e funghi, il rombo alla Chaozhou e Calamari piccanti alla Kung Pao. Ad accogliervi con il sorriso ci sono sempre Yike Weng e Chiara Wang Pe, i titolari originari dello Zhejiang

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GONG

Creare un ponte tra Oriente e Occidente, portare gli ospiti in un viaggio che parte da suggestioni orientali per guardare all’alta cucina dei più grandi paesi d’Europa e del mondo. E’ questo l’intento di Giulia Liu, titolare del ritorante Gong di Milano, che, insieme agli chef Guglielmo Paolucci Zuo Cuibig, al pasticciere Paolo Sistu e team di sala ha creato un luogo  magico, molto accogliente, dove spiccano grandi gong in onice retroilluminato per un’atmosfera unica. «Mangiare da noi vuole essere non solo un atto di gusto, ma anche di curiosità culturale per le antiche tradizioni orientali, che noi attualizziamo per un palato contemporaneo» dice Giulia Liu. La tradizione è rappresentata dalla perfezione dei dim sum, dalle paste tirate a mano e dal riso saltato con maestria al wok. L’evoluzione applicata alle ricette antiche si trova nella Peking Duck in tre servizi, proprio come avveniva alla corte degli Imperatori cinesi. C’è anche un menu specifico dedicato all’innovazione con proposte stagionali e ad alto tasso di creatività. Non perdete un assaggio dei lamian all’astice, spaghetti di grano tirati a mano, saltati con ragù d’astice sfumato al vino di riso cinese, zenzero, erba cipollina e accento di tobanjan presentati quest’anno a Identità di Pasta.

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HEKFAN

Cercate la cucina di Hong Kong a Milano? Dirigetevi con passo sicuro da Hekfan. Lo chef chef Kin Cheung – già famoso perchè guida anche le cucine di Hekfanchai – vi delizierà con una colorata carrellata di dim sum, con gli xiaolongbao cotto al vapore con ripieni con di maiale e brodo, oltre che con piatti come l’uovo barzotto affumicato accompagnato dal foie gras, il maiale DomPo, piatto tradizionale, che consiste in una porzione di pancetta di maiale brasata cucinata davanti all’ospite con un gioco di fuochi e servitacon una ciotola di riso bianco e i bocconcini di maiale caramellato. Non mancano ottime proposte che vedono come primo protagonista il vegetale (seppur non al 100%), elogio al gusto e alla semplicità, come il cavolo napa  bollito con crema di latte e prosciutto secco. Non può mancare un dolce tipico, a cui è difficile resistere quando si passa davanti alle pasticcerie hongkonesi: le egg tart, crostatine all’uovo con ripieno di crema pasticciera e la crosta di pasta sfoglia, servite tiepide come da tradizione. Ambiente curato a metà tra il velluto oltremare e i richiami wood.  In arrivo anche una bakery in via Paolo Sarpi, la chinatown di Milano. Tenete sott’occhio la nuova apertura, i lavori sono quasi conclusi.

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IL GUSTO DELLA NEBBIA

Siamo a pochi passi dalla movida di Corso Como, ma qui il tempo sembra sospeso. Il Gusto della Nebbia è il piccolo gioiello aperto nel 2017 dal giovane chef-patron Wu Jun Xin, qui in Italia per tutti “Lampo Wu“, nato e vissuto fino al 2014 a ChongQing (rovincia di Sichuan). Ed è proprio da questa città che deriva il nostro nome del ristorante, in quanto, per circa 100 giorni all’anno, si ricopre di una coltre spessa di nebbia che le dona un’aria di mistero. Qui non troverete ramen ma Xiao Mian, o noodles cinesi, preparati sia in brodo che asciutti, con carne o senza carne, piccanti o più delicati. Tra i piatti da non perdere, l’uovo centenario di anatra che viene fermentato in un compostoparticolare perchè diventi di colore nero, il Manzo in zuppa piccante profumato alle spezie, e il Vulcano tofu, “formaggio” di soia servito in brodo bollente, molto piccante, speziato e profumato, a tratti croccante grazie al ragù di manzo. Un luogo perfetto per una serata serena con gli amici o in coppia.

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LE NOVE SCODELLE

La cucina speziata di Sichuan è servita. Famosissimo per la frequentata Ravioleria di Paolo Sarpi, l’imprenditore bocconiano Hujian “Agie” Zhou ha deciso di cimentarsi – ancora una volta con successo – anche nella cucina sichuanese, cioè della Cina sud occidentale, condita da tutta una simbologia attorno al numero nove, numero fortunato dell’imperatore cinese. In questa trattoria gourmet troverete portate generose, pungenti, piccanti e audaci. Ogni piatto racconta storie e tradizioni legate alla Cina più vera, quella popolare delle feste in famiglia, dei pranzi delle zie e delle feste nei villaggi, durante le quali si mangiavano insieme nove portate diverse. Qui si utilizzano però ingredienti italiani, come le specialità della macelleria Sirtori o le uova dell’azienda agricola biodinamica Cascine Orsine. Protagonista indiscusso della nostra cucina è il pepe di Sichuan, che ha un aroma pungente e allo stesso tempo rinfrescante, dato da una sottile nota agrumata. 

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MAO HUNAN

Aperto nel 2015, il ristorante Mao Hunan vi offre l’autentico cibo della provincia dello Hunan, situata a metà del corso del fiume Yangtze e a sud del Lago Dongting. In questo locale dal mood informale, Mao troneggia sulle pareti. potrete assaggiare piatti piccanti e a tratti  estremi, per una “rivoluzione” del palato. Tra i piatti da non perdere, “consigliati” scherzosamente sul menu proprio da Mao, l’irresistibile pancetta di maiale, gli spaghetti al fuoco, le capesante piccanti, le costine di maiale croccanti, la pancetta brasata, i calamari piccanti, il pesto di melanzane, le zampette di maiale. Siate coaggiosi e non ve ne pentirete. 

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MAOJI STREET FOOD

In zona Loreto, tante specialità del cibo di strada dello Hunan. Da Maoji – fratellino minone di Mao Hunan – vi sembrerà di essere catapultati in un vicolo della vecchia Cina, con insegne, mattoni a vista, finti balconi e bancone a forma di carretto per lo street food. Qui troverete involtini di gamberi in pasta kataifi, i takoyaki, golose polpette fritte di polpo (di origini giapponesi), baozi soffici ripieni di maiale, puntine  e zampe di maiale, i tipici ravioli  fatti in casa e i noodle, sia asciutti che in brodo. Pietanza piccanti – o super piccanti – per non annoiarsi mai.

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MU DIM SUM

Cucina cinese tradizionale bastata su ingredienti di qualità e tecniche di alta cucina. Mu Dim Sum è una garanzia per chi vuole intraprendere un viaggio nei più autentici sapori d’Oriente. Sarete accolti dal sorriso della titolare Suili Zhou, che vi farà sentire a casa, riempiendovi di attenzioni. Al suo fianco, Egidio Giovannini, responsabile di sala e di una curata cantina da 270 etichette, dall’Italia e dal mondo. La cucina è gestita con competenza da Andrea RosselliAlessandro Berlanda e Yin Wei, per un continuo scambio di idee tra Oriente e Occidente. Il pasto non può che iniziare con i golosi dim sum, assaggi divertenti, colorati e golosi, che vanno dagli Xiao long bao, ravioli al vapore con ripieno di carne e brodo, i Guo-tie, ravioli brasati, fino all’iconico Char siu bao, panino al vapore ripieno di maiale caramellato. Ottimi anche la Peking Duck e il Merluzzo atlantico al miso con pil-pil di kokotxas e dashi, sostanzioso e bilanciato, facile da “sfogliare”, con la salsa cremosa e non grassa legata dal collagene stesso del pesce.

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RAVIOLERIA SARPI

Se vi capiterà di passare in via Paolo Sarpi, specialmente nel week end, noterete una lunga coda di persone che può arrivare a molti metri di distanza. E’ l’attesa per mangiare i “mitici” ravioli della Ravioleria Sarpi. Manzo e porro, maiale e verza oppure verdure di stagione per assaggi golosi preparati e cotti al momento, serviti bollenti in piattini compostabili, impreziositi da salsa di soia, che potrete gustare seduti su qualche panchina della chinatown milanese. Esecuzione e chiusura a vista sia dei ravioli – che si possono anche portare a casa crudi – che della sostanziosa crepes cinese Jian Biang, tipica di Pechino, ripiena di manzo e maiale biologici, farina fritta, uovo, coriandolo fresco, porro e salsa di soia. ​

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